Oggi vi raccontiamo l’esperienza di Maria Grazia, un membro della nostra community.
In questa intervista parleremo di molti aspetti che accomunano le persone celiache. Parleremo di difficoltà, resilienza e considerazioni su com’è adesso la situazione e su cosa si può certamente migliorare.
1) Come è cambiata la tua vita e il tuo rapporto con il cibo quando hai scoperto di essere celiaca?
Scoprire di essere celiaca dall’età di quarant’anni è stato senza alcun dubbio devastante perché ho intuito da subito che avrebbe irrimediabilmente modificato le abitudini e lo stile di vita della mia famiglia. Lo scopo del cibo, infatti, non è mai semplicemente quello di sfamare, o peggio ancora di saziare. Ci precede un patrimonio gastronomico che comprende non solo tutti quei piatti che raccontano chi siamo, e mi riferisco alle ricette di famiglia, intrise di un forte potere evocativo in grado di portarci indietro nel tempo, ma anche di tutti quei piatti della tradizione regionale che raccontano da dove veniamo, e parlano dei profumi e dei sapori della nostra terra. Come avrei potuto ricreare tutto questo con farine e alimenti a me sconosciuti?
A questo iniziale senso di frustrazione e rabbia è poi subentrata l’accettazione, ma l’accettazione non deve essere per forza rassegnazione. Spinta dal desiderio di ricreare piatti senza glutine quanto più possibile somiglianti agli “originali”, ho iniziato un lavoro di studio e di ricerca che necessitava di un aiuto, di un confronto, di uno scambio di informazioni, ed è qui che è subentrata l’importanza dei gruppi social come momento imprescindibile di interazione e di crescita.
Nella mia famiglia sono l’unica ad essere celiaca, e va da sé che non sempre è possibile realizzare piatti con e senza glutine, che possano essere serviti a tavola contemporaneamente. Inoltre, non sempre i sapori delle pietanze senza glutine vengono apprezzati dagli altri componenti della mia famiglia, ed anche questo è un dettaglio di cui si deve tener conto. Senza contare che cucinare insieme con e senza glutine è sempre un po’ stressante per via del rispetto di tutte quelle norme legate al concetto di contaminazione.
Ma cosa accade quando andiamo a mangiare fuori casa in quei luoghi in cui puoi ordinare pietanze con e senza glutine? Fino a che punto, mi chiedo, vengono rispettate all’interno delle loro cucine le giuste norme relative alla contaminazione? La risposta non tarda mai ad arrivare.
2) Cosa bisogna cambiare e migliorare, secondo la tua esperienza, per venire incontro alle persone celiache?
Se mi si viene chiesto, cosa bisognerebbe cambiare o migliorare per venire incontro alle persone celiache, la risposta è molto semplice. Bisognerebbe innanzitutto lasciare ai celiaci la libertà di acquistare i prodotti senza glutine anche nei supermercati, all’interno dei quali oggi è possibile trovare una vasta gamma di prodotti con un rapporto qualità prezzo ottimale. Come è noto a tutti, infatti, il buono sociale che ci viene erogato mensilmente, è spendibile solo nelle farmacie, all’interno delle quali si riduce drasticamente la nostra possibilità di scelta d’acquisto. Non meno importante sarebbe l’emanazione di leggi finalizzate a regolamentare in maniera inequivocabile l’esposizione e il maneggiamento dei prodotti naturalmente senza glutine, nelle attività commerciali di ogni genere, affinché i suddetti non vengano contaminati in alcun modo. C’è molta penuria di informazione, troppa leggerezza tra i negozianti, che si ripercuote purtroppo inevitabilmente sulla nostra salute. Le norme cui mi riferisco, dovrebbero anche essere rispettate in tutte quelle attività legate alla ristorazione, in cui vengono servite pietanze con e senza glutine. In altre parole il concetto di “contaminazione” dovrebbe essere ben chiaro e rispettato da tutti coloro che per allargare la propria clientela, ospitano anche noi celiaci.
3) Quale posto in Italia o all’estero in cui sei stata è, secondo te, veramente attento alle esigenze di chi è celiaco?
Da quando sono celiaca non ho avuto modo di poter viaggiare e sperimentare in prima persona luoghi attenti alle esigenze dei celiaci. Qui in Sicilia sempre più attività legate all’ambito del turismo e della ristorazione si addentrano in questo campo minato, ma da celiaca rimango perplessa e diffidente. Vige ancora un alone di disinformazione nei confronti della celiachia in generale, e questo non aiuta di certo. Spero in un cambiamento che parta dalle fondamenta e dia a noi celiaci maggiore libertà e sicurezza che possa migliorare la qualità della nostra vita e di chi ci sta accanto.
Intervista a cura di Sara S.